World Wide Waste Web, la mappa dei rifiuti pericolosi

World Wide Waste Web, la mappa dei rifiuti pericolosi

di Sara Lavagna

World Wide Web, chi di noi non l’ha mai sentito? Credo proprio nessuno. Era infatti il 6 agosto del 1991 quando Tim Berners-Lee, il papà del www, pubblicò il primo sito web della storia. Sono passati 30 anni da allora e i siti web sono cresciuti a dismisura. Secondo le statistiche che offre Internet Live Stats, ad oggi il numero dei siti web online supera il numero di 1,88 miliardi, un numero che è in continua crescita.
Ma se invece vi dicessimo World Wide Waste Web? Sapete di cosa si tratta? No? Nemmeno noi fino a qualche giorno fa.
Incuriositi ci siamo informati e abbiamo deciso di dedicare un post del nostro blog proprio su questo argomento.
Vi abbiamo incuriosito? Continuate a leggere allora!

Cos’è la world wide waste web?

È una mappa. Ma non una mappa qualsiasi. È la mappa della distribuzione di rifiuti pericolosi nel mondo.

Attraverso l’elaborazione di un modello matematico, i ricercatori spagnoli dell’istituto di Fisica interdisciplinare e Sistemi complessi hanno esaminato i dati raccolti dal 2001 al 2019, ad esclusione dell’anno 2010, tracciando il commercio e i passaggi fra diversi Paesi e aree geografiche di 108 categorie di scarti pericolosi – che possono essere infiammabili, corrosivi, esplosivi, tossici o associati a un rischio biologico. Sono inclusi per esempio i metalli pesanti come piombo, cadmio, mercurio e i composti organici volatili (in sigla VOC), come i cancerogeni benzene e formaldeide.

28 Paesi ad alto rischio

La mappa ha evidenziato che ben 28 paesi sono ad alto rischio di congestione da rifiuti: questo significa che in questi stati la quantità di questi materiali supera la capacità di contenerli, scambiarli e smaltirli. Fra i Paesi più sovraccarichi ci sono MessicoIndia e Uzbekistan, che importano grandi quantità di rifiuti pericolosi. L’Europa, in questo caso, si salva.

Zone ad alto rischio di smaltimento impropri dei rifiuti.

Anche noi maneggiamo quotidianamente prodotti destinati a diventare rifiuti pericolosi: bombolette spray, accendini, pile scariche ne sono un esempio. È dunque importante assicurarsi di smaltire nella maniera più corretta le cose che decidiamo di scartare, seguendo quanto previsto dalla normativa italiana relativamente ai rifiuti speciali.

In conclusione crediamo che la nuova mappa globale dei rifiuti possa diventare uno strumento utile per ottimizzare la gestione della rete di smaltimento, in particolare dei rifiuti pericolosi, mostrandone le variazioni nel tempo e nello spazio e permettendo di valutare quali sono i fattori sociali ed economici che generano, in alcuni Paesi, situazioni di rischio per l’ambiente e per la salute delle persone.

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