Il PNRR (noto precedentemente come Recovery Plan) è stato firmato da Draghi e inviato a Bruxelles per la sua valutazione finale.
Cosa vuol dire PNRR? E’ una sigla che serve a identificare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ovvero un documento stilato dal Governo che mira a dettagliare gli investimenti previsti dal nostro Paese dal 2021 al 2026, qualora l’Unione Europea ci consentisse di accedere ai fondi dedicati alla ripresa post pandemia.
Il testo, approvato al Senato il 29 aprile, firmato e inviato in commissione, è ora liberamente consultabile.
Si tratta di un documento di dimensioni gargantuesche: in effetti i temi affrontati sono molti e notevole è anche il livello di dettaglio.
Tanto era necessario per poter ottenere circa 190 miliardi di euro di cui un terzo a fondo perduto, ovvero ciò che serve per rilanciare l’economia dopo più di un anno di estreme difficoltà. Ora che il governo ha presentato il PNRR non ci resta che attendere (presumibilmente fino all’inizio del prossimo autunno) per avere l’auspicato via libera.
Sei missioni per il rilancio
La cifra e le condizioni sono senza precedenti, così come la trasversalità degli interventi. Il piano è stato articolato in 6 missioni (aree tematiche) e 16 componenti.

Proviamo a dare uno sguardo di insieme al PNRR così come è stato presentato da Draghi.
- Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (49,2 miliardi)
Il punto cardine in questa missione è promuovere la trasformazione digitale, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, investire in turismo e cultura.
- Rivoluzione verde e transizione ecologica (68,6 miliardi)
Si parla di investimenti e riforme per una transizione ambientale focalizzata a massimizzare l’economia circolare e ottimizzare la gestione dei rifiuti. Si è molto parlato dell’obiettivo di riciclare il 65% della plastica e il 100% del tessile.
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile (31,4 miliardi)
Questa missione punta allo sviluppo di un’infrastruttura di trasporto moderna e sostenibile. Attenzione particolare all’estensione del progetto a tutte le aree del Paese passando ovviamente per piani di sviluppo dell’alta velocità.
- Istruzione e ricerca (31,9 miliardi)
Senza dubbio un nodo cruciale già da lungo tempo. Questa missione mira a rafforzare un sistema educativo mai così indebolito, incentivare la ricerca e ad estendere le competenze digitali, tecniche e scientifiche.
- Inclusione e coesione (22,4 miliaridi)
Qui si parla di mercato del lavoro e formazione, in concerto con nuove e più efficaci politiche di inclusione sociale con un occhio di riguardo nei confronti dell’imprenditoria femminile e delle disabilità.
- Salute (18,5 miliardi)
L’obiettivo in questo caso e modernizzare rendendo più digitale il sistema sanitario. Inoltre si mira ad un potenziamento dei servizi sanitari sul territorio. Un occhio di riguardo sarà dedicato all’equo acceso alle cure e alla prevenzione.
Gli impatti sul mondo delle imprese
Diverse delle misure delineate dal PNRR avranno impatti anche notevoli sulle aziende, in particolare:
- grazie agli investimenti pubblici nel campo dell’innovazione e della digitalizzazione possiamo aspettarci un miglioramento sostanziale delle infrastrutture digitali, con il potenziamento e la diffusione sempre più capillare delle connessioni internet ultraveloci, favorendo l’utilizzo di tutte le applicazioni informatiche in cloud; inoltre saranno rinnovati e rafforzati gli incentivi alla digitalizzazione delle imprese, come il piano Industria 4.0;
- l’ammodernamento della pubblica amministrazione e lo snellimento della burocrazia renderanno più facile la vita quotidiana delle imprese, riducendo le inefficienze e le perdite di tempo che ancora oggi affliggono ogni processo che le aziende devono compiere in collaborazione con gli uffici pubblici;
- gli investimenti in infrastrutture di trasporto porteranno ad una maggiore facilità negli spostamenti per tutti i lavoratori ed i professionisti, anche nel Sud Italia dove ancora oggi muoversi non è sempre facile;
- la spinta verso la transizione ecologica non potrà che favorire tutte le aziende che si occupano a vario titolo di green economy, in particolare gli operatori della filiera del rifiuto.
Si tratta ovviamente solo di alcuni esempi, che lasciano però ben sperare riguardo agli impatti positivi del PNRR sull’efficienza e la competitività del tessuto imprenditoriale italiano.
Risorse e approfondimenti
E’ ovvio che per dimensioni e estensione dei provvedimenti la materia non può essere esaurita in un semplice articolo. Possiamo però rimandarvi a due risorse particolarmente interessanti. L’approfondimento di Agendadigitale.eu che sviscera con buona precisione e parole semplici ogni singola missione del PNRR e il canale dedicato di PMI.it che affronta, con aggiornamenti quasi quotidiani, la questione dal punto di vista delle piccole e medie imprese.
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