E’ stato presentato alla Camera il rapporto rifiuti speciali 2018 (ISPRA) dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

Cosa sono i rifiuti speciali?

I rifiuti speciali sono i rifiuti derivanti da attività produttive di industrie e aziende che possono essere classificati come pericolosi se contengono al loro interno un’elevata concentrazione di sostanze inquinanti.

Report Ispra 2018

Secondo il report 2018: “i rifiuti speciali generati da attività produttive, commerciali e di servizio, sono per quantità oltre quattro volte superiori a quelli urbani (oltre 30 milioni di tonnellate quelli urbani).” Nel 2016 in particolar modo, a crescere è stata la categoria dei pericolosi, che con oltre 9,6 milioni di tonnellate segna un più 5,6% rispetto al 2015; contenuto invece l’aumento dei non pericolosi che arrivano a 125 milioni di tonnellate (più 1,7%)”.

La situazione italiana

Il quadro presentato alla Camera elogia l’Italia da una parte, ma la critica dall’altra.

La critica che viene mossa è relativa alla produzione dei rifiuti speciali. Nel 2016 infatti c’è stato un incremento del 2% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 135 milioni di tonnellate prodotte. Si è ancora lontani quindi dall’obiettivo fissato dal Programma Nazionale di Prevenzione del 2013, che prevede una riduzione del 5% nella produzione dei non pericolosi e del 10% per i pericolosi nell’anno 2020, calcolati per unità di PIL al 2010.

Allo stesso tempo però, l’Italia del riciclo è molto attiva e per questo viene elogiata: siamo tra i primi paesi europei per il riciclaggio dei rifiuti speciali, che nel 2016 ha raggiunto quota 65%.

“La buona performance italiana sul fronte del riciclo si conferma nei dati di gestione dei rifiuti non pericolosi, dove la principale attività è il recupero di materia (89,4 milioni di tonnellate) nell’ambito del quale la forma prevalente è quella delle sostanze inorganiche (52,2 milioni di
tonnellate)” – così si legge nel comunicato stampa dell’Istituto – “La performance può essere ulteriormente migliorata con un incremento quali-quantitativo del riciclaggio, anche attraverso la definizione di criteri end-of-waste, per esempio per i rifiuti da costruzione e demolizione, in linea con i principi dell’economia circolare.”

“Il riciclaggio di qualità consente, infatti, di reimmettere materiali nei cicli produttivi, riducendo al contempo il ricorso allo smaltimento, in particolare a quello in discarica. Per quest’ultimo si registra un aumento del 7,9% (887 mila tonnellate) rispetto al 2015, a fronte di una progressiva diminuzione del numero totale delle discariche operative, che passano da 392 del 2014 a 350 nel 2016”.

Fonti:
Rapporto rifiuti speciali 2018