Nike, Adidas, Ikea e Mercedes sono solo alcune fra le multinazionali che hanno scelto di fermare il proprio business in Russia, chiudendo le filiali o bloccando temporaneamente le vendite. Il motivo è quasi banale ricordarlo: l’attacco del Cremlino all’Ucraina ha fatto sì che numerose aziende abbiano adottato questo metodo per isolare economicamente la Russia stessa.

Ma cosa succede quando è un prodotto russo ad essere usato in altre nazioni? Un esempio particolaremente pericoloso può essere rappresentato dai prodotti di Kaspersky: le sue soluzioni antivirus sono infatti fra le più utilizzate al mondo.

Ho Kaspersky installato, cosa devo fare?

Per rispondere a questa domanda il Corriere ha intervistato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Sicurezza Nazionale, Franco Gabrielli. Nell’intervista Gabrielli ha dichiarato che benché l’azienda russa abbia assunto diverse iniziative per rivendicare la propria indipendenza dal Cremlino, come lanciare la Global Transparency Initiative e spostare a Zurigo il suo datacenter, rimane comunque il fatto che l’azienda opera in un settore molto strategico e i suoi prodotti hanno accesso a milioni di PC nel mondo, e questo continua a suscitare dubbi.

Anche l’esperto Giustozzi dichiara:

I rischi ci sono. È plausibile che nel contesto attuale, l’azienda possa ricevere pressioni o minacce dal governo russo… penso a un malware creato dagli stessi russi che l’antivirus potrebbe volontariamente non rilevare e lasciar passare. A quel punto il malware inizierebbe a lavorare in silenzio sulle macchine colpite, facendo quello che per cui è progettato (cioè quello che fanno tutti i malware: cancellare, bloccare o “esfiltrare” dati, oppure controllare in remoto il computer infetto e così via).

Kaspersky si difende

Preoccupata dalla situazione, l’azienda di antivirus ha pubblicato un comunicato per ribadire il fatto che:

  • si tratta di un’azienda privata;
  • la holding è registrata nel Regno Unito;
  • il team di management globale sta tenendo monitorata la situazione con estrema attenzione ed è pronto ad intervenire celermente se necessario.

A chi credere? A voi l’ardua sentenza. In ogni caso, nel caso decideste di essere prudenti e sbarazzarvi dei prodotti di Kaspersky, elenchiamo qui  sotto alcune valide alternative al loro Antivirus.

Alternative a Kaspersky

Eccovi di seguito alcuni antivirus (europei) con i quali poter sostituire Kaspersky:

  • Bitdefender (romeno) – Si tratta di un antivirus disponibile sia in versione gratuita che a pagamento che unisce un motore di scansione estremamente efficace a performance che gli consentono di lavorare senza rallentare il PC. Gode inoltre di un’interfaccia utente estremamente intuitiva che permette di fare tutto da un riquadro che compare dall’area di notifica di Windows. Monitora tutte le attività online ed offline in maniera costante.
  • Avira Antivirus (tedesco) – Come il suo competitor di prima, è disponibile sia in versione gratuita che a pagamento. Protegge il computer in maniera molto efficace contro tutti i principali virus e malware anche se nella versione free manca la scansione della posta elettronica. È molto intuitivo e include un nuovo motore di scansione cloud che consente di velocizzare il processo di analisi dei file presenti sul PC.
  • Avast (ceco) – Si tratta di uno tra gli antivirus più completi e affidabili del momento. Disponibile sia in versione gratuita che a pagamento, è in grado di proteggere il sistema a 360 gradi, di controllare costantemente tutte le attività che vengono svolte sul computer e di ottimizzare le prestazioni del sistema rimuovendo software obsoleti e facendo fronte ad altri problemi.

Noi di Omicron usiamo da molti anni sia Bitdefender che Avira per i nostri pc aziendali e possiamo sicuramente consigliarli.