Gli italiani vogliono un’Italia post coronavirus più attenta all’ambiente.
Complice forse la riduzione dell’inquinamento durante il lockdown, sembra proprio che gli abitanti del bel Paese non vogliano rinunciare a mantenere l’aria più pulita nelle loro città e a vivere in un ambiente più salutare.
E’ questo lo scenario emerso da un recente sondaggio promosso dalla società “A Bird’s Eye Review” e condotto in sette diversi Paesi del mondo con la finalità di capire cosa si aspettano i cittadini dal futuro post Covid19.
Il sondaggio ha coinvolto più di mille persone tra Italia, Francia, Regno Unito, Cile, Perù, Indonesia e Nigeria e provenienti da differenti ambienti e culture. Le domande vertevano su aspettative post Covid, ma anche speranze e cambiamenti necessari per il futuro e per la ripresa dopo la pandemia. Vediamo lo scenario relativo all’Italia.
Rivoluzione verde per l’Italia
Possiamo essere orgogliosi di come l’Italia sia uscita da questo sondaggio. In particolare, rispetto agli altri paesi coinvolti dalla ricerca, nel nostro Paese è emersa la necessità di una “rivoluzione verde“. Oltre i due terzi degli intervistati (69%) ritiene infatti che le questioni ambientali siano diventate più importanti da quando il mondo è stato colpito dal coronavirus.
Inoltre, gli italiani si dicono pronti a cambiare il proprio stile di vita a favore di una ripresa verde e il 56% dice che da ora in poi darà maggiore importanza all’ambiente.
Quasi la metà degli italiani sa però che non può fare tutto da sola. Il 44% degli intervistati “desidera che il governo incentivi gli investimenti in settori trasformativi come l’energia e la tecnologia a basse emissioni di carbonio. Mentre due su cinque (41%) ritengono che sia importante che il governo si concentri sulla ricostruzione delle infrastrutture nazionali per la ripresa e il futuro”.
Tutto il mondo è paese…
… e, in questo caso, meno male!
Fra la totalità degli intervistati nei diversi Paesi infatti, “quasi tre quarti delle persone (71%) credono che la “nuova normalità” cambierà definitivamente la società. Nove su dieci (85%) ritengono che la crisi stia “accelerando” cambiamenti che sarebbero comunque dovuti avvenire, ed infine solo il 25% prevede che la “vecchia normalità” ritornerà.