Novità in arrivo per i titolari delle partite Iva con regime forfettario, cioè tutti quei contribuenti che hanno come limite di ricavi o fatturato la cifra di 65.000 Euro. Vediamo nel dettaglio i possibili cambiamenti che potrebbero essere contenuti nella Legge di Bilancio o nel decreto fiscale 2020.
Estensione dell’obbligo di e-fattura
La prima novità riguarda l’ipotesi di introdurre l’obbligo di fattura elettronica per i contribuenti con imposta secca al 15%.
La platea delle partite Iva interessate
La misura potrebbe interessare circa 2 milioni di partite IVA se si considerano autonomi e mini-imprese già nei regimi agevolati (minimi e forfettari) negli anni passati, quanti hanno avviato l’attività e hanno scelto il forfettario nel 2019 (poco più di 170mila, ossia il 51,3% delle nuove aperture di partita Iva nei primi sei mesi dell’anno) e gli oltre 285mila, come risulta dalle dichiarazioni IVA presentate quest’anno.
I pro e i contro
Questa decisione potrebbe causare non pochi problemi ai contribuenti in quanto si tratta di inserire un adempimento per piccoli e piccolissimi operatori che sarebbero chiamati a prendere confidenza con i software o con la piattaforma «Fattura e corrispettivi» sul sito dell’agenzia delle Entrate.
D’altro canto però trasmettere le fatture all’amministrazione finanziaria garantirebbe una maggiore trasparenza e potrebbe evitare comportamenti illeciti, andando a combattere sempre più l’evasione fiscale.
Stop al super forfait esteso al 20%
Nella legge di Bilancio dello scorso anno veniva presentato il super forfait al 20% per ricavi o compensi da 65.001 a 100mila euro, che aveva come obiettivo quello di non aumentare la pressione fiscale. Questa manovra, almeno sulla carta, sarebbe dovuta entrare in vigore dal 1 gennaio 2020, ma rischia di venire definitivamente archiviata. Manca infatti il via libera da parte dell’Europa e risulta difficile, a tre mesi dall’eventuale attuazione del super forfait, che arrivi in tempo l’autorizzazione da parte di Bruxelles.