Lo scorso 16 marzo il Ministero della Transizione ecologica ha pubblicato la proposta di Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (PNGR). Da quel giorno quindi, la consultazione del documento è pubblica.

Chi vorrà dare un contributo alla stesura finale del documento ha tempo fino al 1 maggio per presentare le proprie osservazioni. Il tutto dovrà essere inviato esclusivamente mediante posta elettronica certificata all’indirizzo: VA@pec.mite.gov.it.

Cos’è il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (PNGR)

Si tratta dello strumento di indirizzo per le Regioni e le Province autonome nella pianificazione della gestione dei rifiuti.

Il PNGR è stato inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e aspira a:

  • colmare il gap impiantistico presente tra Nord e Centro-Sud, raggiungendo così su tutto il territorio nazionale efficienza, efficacia, sostenibilità ed economicità della gestione dei rifiuti;
  • aumentare il tasso di raccolta differenziata e di riciclaggio al fine di sviluppare nuove catene di approvvigionamento di materie prime seconde (MPS) dal ciclo dei rifiuti, in sostituzione di quelle tradizionali e contribuire alla transizione energetica.

Per raggiungere questi due obiettivi, il PNGR si impegna a:

  1. contribuire alla sostenibilità nell’uso delle risorse e ridurre i potenziali impatti ambientali negativi del ciclo dei rifiuti;
  2. riequilibrare i divari socio-economici, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti;
  3. rafforzare la consapevolezza e i comportamenti virtuosi degli attori economici e dei cittadini per la riduzione e la valorizzazione dei rifiuti;
  4. promuovere una gestione del ciclo dei rifiuti che contribuisca al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica.

Oltre a fornire gli strumenti, il Piano stila anche quattro obiettivi a lungo termine. Vediamo di seguito quali.

Obiettivi per colmare il divario territoriale

Come abbiamo già detto l’obiettivo del PNGR è colmare il gap impiantistico presente tra le regioni del Nord e quelle del Centro-Sud. Il piano indica quindi quattro obiettivi volti a colmare questo divario. Questi target sono collegati sia al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sia agli obiettivi europei ai quali i Piani regionali dovranno contribuire. Eccoli elencati di seguito:

  • entro il 31 dicembre 2023 la differenza tra la media nazionale e la regione con i peggiori risultati nella raccolta differenziata si riduce a 20 punti percentuali, considerando una base di partenza del 22,8%;
  • al 31 dicembre 2024 la variazione tra la media della raccolta differenziata delle tre Regioni più virtuose e la medesima media delle tre Regioni meno virtuose dovrà essersi ridotta del 20%;
  • entro il 31 dicembre 2023 si raggiunga una riduzione delle discariche irregolari in procedura di infrazione NIF 2003/2007 da 33 a 7;
  • entro il 31 dicembre 2023 si raggiunga una riduzione delle discariche irregolari in procedura di infrazione NIF 2011/2215 da 34 a 14.

C’è da dire che il posizionamento dell’Italia in Europa, nell’ambito degli obiettivi di riciclo è generalmente in linea rispetto alle attese europee, tuttavia, alcune filiere presentano punti di debolezza nella raccolta differenziata, anche in questo caso spesso con divari territoriali significativi, tra questi i rifiuti tessili, i
 veicoli fuori uso, le apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) e le batterie.

PNGR, ecco la roadmap

Come già anticipato all’inizio dell’articolo, chiunque volesse dare un contributo alla stesura finale del documento ha tempo fino al 1 maggio per presentare le proprie osservazioni.

Conclusa la consultazione, il MiTE e Ispra avranno 45 giorni per acquisire e valutare tutta la documentazione presentata.

Una volta pubblicato il PNGR definitivo, le Regioni e le Province saranno poi tenute ad approvare o adeguare i rispettivi piani regionali di gestione dei rifiuti entro 18 mesi dalla data di pubblicazione.