Il RENTRI (Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti) non partirà prima del 2024.

È quanto emerso dal cronoprogramma presentato nei giorni scorsi dal Ministero della Transizione Ecologica (MITE). In un webinar con gli operatori del settore tenutosi il 5 maggio scorso il Ministero ha infatti stilato la roadmap del nuovo sistema. Quest’ultimo sarà inoltre accompagnato dall’introduzione di nuovi modelli digitali (e cartacei) dei registri di carico e scarico e dei formulari d’identificazione. Ecco di seguito tutti i dettagli.

RENTRI, tappe e scadenze

La bozza del decreto ministeriale riguardante il RENTRI fissa alcune scadenze che porteranno all’avvio definitivo del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti. In particolare sono state ipotizzate queste date:

  1. il decreto sul RENTRI sarà pubblicato a novembre-dicembre 2022;
  2. entrerà in vigore 60 giorni dopo la pubblicazione (quindi si parla di febbraio/marzo 2023);
  3. i nuovi modelli entreranno in vigore 12 mesi dopo l’entrata in vigore del decreto, quindi si va a febbraio/marzo 2024 circa.

Il cronoprogramma, insomma, collocherebbe l’avvio ufficiale della piattaforma nei primi mesi del 2024.

Tracciabilità rifiuti, come si dovranno adeguare le imprese?

Secondo l’attuale bozza di decreto, una volta che i nuovi modelli entreranno in vigore (a inizio 2024), dovranno iscriversi:

  • entro 30 giorni tutte le imprese della filiera con più di 100 dipendenti;
  • entro 6 mesi quelle con più di 50 dipendenti;
  • entro 12 mesi quelle con più di 10 dipendenti;
  • entro 18 mesi tutte le altre imprese (solo se producono rifiuti pericolosi, altrimenti non sono obbligate).

Possiamo quindi affermare che – se l’attuale bozza di decreto diventerà definitiva – il RENTRI non partirà con un “click day”, come era stato per il SISTRI; le imprese avranno quindi più tempo per iscriversi e adeguarsi al nuovo modo di tracciare l rifiuti.

E il MUD?

Il Ministero ha chiarito che il MUD non andrà in pensione. Piuttosto, il nuovo sistema RENTRI a partire dalla prima annualità successiva alle scadenze di cui sopra potrebbe essere in grado di effettuare una precompilazione parziale del MUD: qualcosa di simile, in pratica, a quanto avviene per le dichiarazioni dei redditi come il Modello 730.

Sempre stando a quanto dichiarato nel corso del webinar, il MUD continuerà ad essere arricchito anno dopo anno con nuove informazioni utili al Ministero e agli altri enti di controllo.

La posizione delle Associazioni ICT

Con riferimento alla proposta dei nuovi modelli e al cronoprogramma previsto dal MITE, le principali associazioni ICT (Assintel, di cui siamo soci, ed Assosoftware) hanno inviato ciascuna una comunicazione scritta al Ministero con le proprie osservazioni.

In particolare è stata sottolineata la necessità di sottoporre a sperimentazione i nuovi modelli prima dell’introduzione definitiva degli stessi. La sperimentazione condotta nei mesi scorsi è stata infatti basata sui modelli attuali di registro e formulario: introdurre il sistema con i modelli nuovi senza alcuna fase sperimentale esporrebbe, a nostro avviso, le aziende a confusione e rischi. In particolare bisogna verificare l’operatività di modelli e sistemi informatici nei casi particolari come microraccolta, trasporto intermodale, trasbordo ecc. per i quali i nuovi moduli prevedono numerosi campi aggiuntivi.

È stato inoltre fatto presente che avviare il sistema gradualmente in termini di dimensione aziendale potrebbe essere controproducente. Infatti molti trasporti coinvolgono operatori di diversa dimensione, per cui ci troveremmo con l’impossibilità di utilizzare il sistema perchè (ad es.) il produttore è obbligato ma il trasportatore no.

Sarebbe invece preferibile introdurre in modo incrementale le diverse funzionalità ma utilizzando un unico sistema per tutti (operatori piccoli e grandi, rifiuti pericolosi e non, eccetera). Ad esempio si potrebbe partire con la comunicazione differita dei dati del registro (con il formato attuale), quindi aggiungere i campi previsti dai nuovi modelli, introdurre successivamente la trasmissione dei dati del formulario, e così via.

RES è allineato alla versione sperimentale di RENTRI

Per essere franchi, il sistema RENTRI non è ancora partito, per cui nessun software può dirsi “RENTRI ready”! Tanto più che ancora – come detto – non sono stati approvati neanche i modelli di formulario e registro.

Il nostro software RES è aggiornato alle ultime disposizioni di legge e consente di utilizzare in via sperimentale le funzionalità dell’attuale prototipo RENTRI, che è l’unico sistema attualmente disponibile.

L’Ufficio Sviluppo di Omicron Sistemi è costantemente al lavoro per introdurre nel software le funzionalità di interoperabilità RENTRI man mano che queste vengono rilasciate: RES sarà quindi perfettamente interoperabile con il nuovo Registro non appena questo sarà rilasciato ufficialmente, senza alcun costo aggiuntivo.

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